Che bella lettura, che bella riflessione... tua o di un'AI (credo potrai perdonare la battuta).
Ma battute a parte già da un po' mi chiedo quando leggo, ascolto, vedo... "è realtà oppure è AI?".
E se posso essere d'accordo con te che un libro non è scritto dall'AI ma con l'AI, e per questo potremmo pensare ad una collaborazione proficua uomo - macchina, in altre situazioni l'AI può generare contenuti di qualunque livello per raccontare non-realtà... quindi come il martello, dipende dall'uso che ne facciamo.
"Mala tempora currunt ... " ma non credo nel fatto che ne arriveranno di peggiori, credo che questo cambiamento richieda consapevolezza, discernimento, spirito critico e, soprattutto, esseri umani.
Un grande giullare è stato Dario Fo. Sono sicura che si sarebbe inventato qualcosa di divertente con ChatGPT, magari giocando lui stesso a improvvisare dialoghi teatrali o mettendo in luce il fatto che la macchina, a differenza nostra, non può espletare bisogni fisiologici. Oltre a dire "verità" (smascherare l'ipocrisia, ecc.), il giullare ci ricorda anche di non prenderci troppo sul serio ;-)
Hai descritto molto bene la natura strumentale di quella che oggi chiamiamo "intelligenza artificiale", in particolare l'assenza di confronto, proprio perchè lo strumento nasce per... essere uno strumento al servizio dell'utente, non un agente indipendente.
Considerato il periodo pasquale, viene buffo associare questa gigantesca distorsione cognitiva - quella dell'attribuire proprietà "intelligenti" a questi sofisticati algoritmi di apprendimento e generazione - a quella dell'avvento di un messia. Al tempo stesso caricato di enormi aspettative, e da esse definito, ma anche temuto e controverso. E che, nel caso specifico, non è neanche mai arrivato. Quello vero arriverà, e avrà necessariamente ben poco a che fare col suo avatar odierno. Questo è un messia senza portafoglio, un docile nunzio bibliotecario, e quel che arriverà sarà quel che dobbiamo temere. O farci amico (perché progettandolo amico sarebbe per definizione uno strumento). Nel frattempo, aduliamo e/o processiamo quel che c'è, con tutto il panorama di distorsioni cognitive e tendenze sociali che ci contraddistingue.
Hai descritto molto bene la natura strumentale di quella che oggi chiamiamo "intelligenza artificiale", in particolare l'assenza di confronto, proprio perchè lo strumento nasce per... essere uno strumento al servizio dell'utente, non un agente indipendente.
Considerato il periodo pasquale, viene buffo associare questa gigantesca distorsione cognitiva - quella dell'attribuire proprietà "intelligenti" a questi sofisticati algoritmi di apprendimento e generazione - a quella dell'avvento di un messia. Al tempo stesso caricato di enormi aspettative, e da esse definito, ma anche temuto e controverso. E che, nel caso specifico, non è neanche mai arrivato. Quello vero arriverà, e avrà necessariamente ben poco a che fare col suo avatar odierno. O forse questo è un messia senza portafoglio, un docile nunzio bibliotecario, e quel che arriverà sarà quel che dobbiamo temere. O farci amico (perché progettandolo amico sarebbe per definizione uno strumento). Nel frattempo, aduliamo e/o processiamo quel che c'è, con tutto il panorama di distorsioni cognitive e tendenze sociali che ci contraddistingue.
Perché devo offrirti un caffè?
Per scoprirlo!
Ottima domanda.
E l’ottima risposta … dov’è?
"Potrei calcolare le tue probabilità di sopravvivenza, ma non ti piacerebbe"
aspetto che ChatGPT, mi risponda così!
Oddio che paura!
È che ormai hai creato una connessione indelebile nel mio cervello tra Marvin e ChatGPT, non riesco più a scindere le due entità
"Io sto qui con un cervello grosso quanto un pianeta e mi chiedono di accompagnarvi sul ponte. Me lo chiamate un lavoro gratificante? "
Che bella lettura, che bella riflessione... tua o di un'AI (credo potrai perdonare la battuta).
Ma battute a parte già da un po' mi chiedo quando leggo, ascolto, vedo... "è realtà oppure è AI?".
E se posso essere d'accordo con te che un libro non è scritto dall'AI ma con l'AI, e per questo potremmo pensare ad una collaborazione proficua uomo - macchina, in altre situazioni l'AI può generare contenuti di qualunque livello per raccontare non-realtà... quindi come il martello, dipende dall'uso che ne facciamo.
"Mala tempora currunt ... " ma non credo nel fatto che ne arriveranno di peggiori, credo che questo cambiamento richieda consapevolezza, discernimento, spirito critico e, soprattutto, esseri umani.
Grazie
Grazie Alfredo. È un cambiamento che richiede decisamente tempo ma è un cambiamento già in atto. Meglio capirlo e conoscerlo.
Complimenti, Martino.
Ottima riflessione.
Grazie Andrea, mi fa molto piacere.
Un grande giullare è stato Dario Fo. Sono sicura che si sarebbe inventato qualcosa di divertente con ChatGPT, magari giocando lui stesso a improvvisare dialoghi teatrali o mettendo in luce il fatto che la macchina, a differenza nostra, non può espletare bisogni fisiologici. Oltre a dire "verità" (smascherare l'ipocrisia, ecc.), il giullare ci ricorda anche di non prenderci troppo sul serio ;-)
Hai descritto molto bene la natura strumentale di quella che oggi chiamiamo "intelligenza artificiale", in particolare l'assenza di confronto, proprio perchè lo strumento nasce per... essere uno strumento al servizio dell'utente, non un agente indipendente.
Considerato il periodo pasquale, viene buffo associare questa gigantesca distorsione cognitiva - quella dell'attribuire proprietà "intelligenti" a questi sofisticati algoritmi di apprendimento e generazione - a quella dell'avvento di un messia. Al tempo stesso caricato di enormi aspettative, e da esse definito, ma anche temuto e controverso. E che, nel caso specifico, non è neanche mai arrivato. Quello vero arriverà, e avrà necessariamente ben poco a che fare col suo avatar odierno. Questo è un messia senza portafoglio, un docile nunzio bibliotecario, e quel che arriverà sarà quel che dobbiamo temere. O farci amico (perché progettandolo amico sarebbe per definizione uno strumento). Nel frattempo, aduliamo e/o processiamo quel che c'è, con tutto il panorama di distorsioni cognitive e tendenze sociali che ci contraddistingue.
Hai descritto molto bene la natura strumentale di quella che oggi chiamiamo "intelligenza artificiale", in particolare l'assenza di confronto, proprio perchè lo strumento nasce per... essere uno strumento al servizio dell'utente, non un agente indipendente.
Considerato il periodo pasquale, viene buffo associare questa gigantesca distorsione cognitiva - quella dell'attribuire proprietà "intelligenti" a questi sofisticati algoritmi di apprendimento e generazione - a quella dell'avvento di un messia. Al tempo stesso caricato di enormi aspettative, e da esse definito, ma anche temuto e controverso. E che, nel caso specifico, non è neanche mai arrivato. Quello vero arriverà, e avrà necessariamente ben poco a che fare col suo avatar odierno. O forse questo è un messia senza portafoglio, un docile nunzio bibliotecario, e quel che arriverà sarà quel che dobbiamo temere. O farci amico (perché progettandolo amico sarebbe per definizione uno strumento). Nel frattempo, aduliamo e/o processiamo quel che c'è, con tutto il panorama di distorsioni cognitive e tendenze sociali che ci contraddistingue.
Mi piace molto questa riflessione. Grazie.
Ps. Io appartengo alla piccola fetta che vede Il piccolo principe intersecarsi con la trilogia originale di Star wars. Special, I know :)